Il racconto di chi ci è stato

Riportiamo un bel racconto di VitisVinifera che ha partecipato ad una delle nostre serate, ringraziandola. Il suo bel blog è Barrique&Burattini


Io c'ero.
Bene. Davvero bene, direi.
Intendo, era dura. Mi son seduta e ho pensato "voglio proprio vedere, anzi sentire". Perchè io sono una cuciniera. Ed è dura competere. Era una sfida all'ultima foglia di basilico.
Sorvolerò la caponata, perfetta nel dosaggio zuccherino, nel connubbio melanzana/oliva/sedano dove nessuno prevaricava, come amici sinceri.
E poi quattro olii siciliani. Spiegati da un uomo dalla voce flebile e calma. Fluida come olio. Eppure il suo sussurro sovrastava il rumore intorno. E lunghe discussioni sui cultivar, dopo ogni goccia che cadeva sul mio pane e sulle mie dita. Quattro bottigliette di nettare verde. E l'ultimo era una doc premiata, monocultivar Nocellara del Belice e io ho voluto un cucchiaino, chè col pane senti solo il pane e, sarà buono, ma non era il momento e per ogni cosa c'è un giusto momento. Annusato e scivolato nella mia bocca. Buono, piccante in gola e un ritorno amaro. Come piace a me. Immaginavo già il verde attraverso il vetro, fluido e profumato. Carciofo. Persino all'olfatto.
E poi il vino, etichette non molto diffuse e buone. Non sapendo che preferire ho scelto tutto.
Prima un Grillo e Chardonnay, Iris 2006 igt Feotto dello Jato, da provare davvero, strutturato, sapido, minerale, sentore di pesca. Meglio persino del Nero d'avola, Re Federico 2005 igt Pupillo e del Syrae 2003 Monreale doc Feotto dello Jato, che ho provato dopo.
Sorvolerò anche il lonzino e il violino, che erano una vera sinfonia e mi soffermerei sui formaggi in senso orario, dal pecorino fresco, passando per il Fiore Sicano e la Tuma persa, al pecorino stagionato, come lancette sovrabbondanti, con gocce di miele e marmellata di agrumi, a segnare il passare dei secondi in bocca.
E alla fine un Moscato di Siracusa doc, Solacium 2003 Pupillo. Miele e uva passa al naso. Perfetto coi dolcetti di riposto di mandorla. Poco dolci. Minuscoli. I Finger food della corte di Federico II.
E torno di certo, ho detto. Troppe cose ne valgono la pena.

Nessun commento: